Titolo originale: 2012
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno:2009
Durata: 160 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: fantascienza
Regia e soggetto: Roland Emmerich
Sceneggiatura: Roland Emmerich, Harald Kloser
Produttore: Harald Kloser, Larry J. Franco, Roland Emmerich
Produttore esecutivo: Ute Emmerich, Mark Gordon, Michael Wimer
Casa di produzione:Centropolis Entertainment, Sony Pictures
Distribuzione (Italia): Sony Pictures
Interpreti e personaggi:
John Cusack: Jackson Curtis,
Amanda Peet: Kate Curtis,
Chiwetel Ejiofor: Adrian Helmsley,
Thandie Newton: Laura Wilson,
Thomas McCarthy: Gordon Silberman,
Liam James: Noah Curtis,
Morgan Lily: Lilly Curtis,
Danny Glover: Presidente Thomas Wilson,
Oliver Platt: Carl Anheuser,
Zlatko Burić: Yuri Karpov,
Johann Urb: Sasha,
Beatrice Rosen: Tamara,
Jimi Mistry: Satnam Tsurutani,
Woody Harrelson: Charlie Frost,
George Segal: Tony Delgado,
John Billingsley: Professor West.
Doppiatori italiani:
Oreste Baldini: Jackson Curtis,
Tiziana Avarista: Kate,
Michele Gammino: Presidente degli USA, Franco Zucca: Capo sicurezza della Casa Bianca,
Riccardo Rossi: Adrian Helmsley,
Mino Caprio: Charlie Frost.
Fotografia: Dean Semler
Montaggio:David Branner
Musiche: Harald Kloser
Scenografia: Barry Chusid
Trucco:Thomas Nellen
Prefazione:
Il 13 novembre 2009, è uscito in tutte le sale cinematografiche l'atteso film "2012" di Roland Emmerich, uno dei più catastrofici registi di Hollywood.
Annunciato già il 20 febbraio 2008 dallo stesso Emmerich, la produzione sembra essere costata ben 200.000.000 $, una delle più esose della storia del cinema americano.
I dirittti sono stati venduti alla Sony Pic. mentre ad occuparsi della distribuzione è stata la Columbia Pictures.
"2012" rappresenta l'apoteosi emotiva per la fatidica data del 21-12-2012 in cui secondo una antica profezia maya, sarebbe dovuto terminare l'umanità a causa di immani cataclismi.
La trama:
In questo film abbiamo diversi attori protagonisti. Uno di questi è il Professor Adrian Helmsley, scienziato degli Stati Uniti d'America, che viene avvisato dal collega indiano Satnam Tsurutanidi di una improvvisa tempesta solare di neutrini.
Dopo un sopralluogo nella miniera di Naga Deng Copper (india), lo scienziato avvisa tempestivamente Carl Anheuser, uno dei membri esecutivi dello staff della Casa Bianca, il quale avvisa il Presidente.
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno:2009
Durata: 160 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: fantascienza
Regia e soggetto: Roland Emmerich
Sceneggiatura: Roland Emmerich, Harald Kloser
Produttore: Harald Kloser, Larry J. Franco, Roland Emmerich
Produttore esecutivo: Ute Emmerich, Mark Gordon, Michael Wimer
Casa di produzione:Centropolis Entertainment, Sony Pictures
Distribuzione (Italia): Sony Pictures
Interpreti e personaggi:
John Cusack: Jackson Curtis,
Amanda Peet: Kate Curtis,
Chiwetel Ejiofor: Adrian Helmsley,
Thandie Newton: Laura Wilson,
Thomas McCarthy: Gordon Silberman,
Liam James: Noah Curtis,
Morgan Lily: Lilly Curtis,
Danny Glover: Presidente Thomas Wilson,
Oliver Platt: Carl Anheuser,
Zlatko Burić: Yuri Karpov,
Johann Urb: Sasha,
Beatrice Rosen: Tamara,
Jimi Mistry: Satnam Tsurutani,
Woody Harrelson: Charlie Frost,
George Segal: Tony Delgado,
John Billingsley: Professor West.
Doppiatori italiani:
Oreste Baldini: Jackson Curtis,
Tiziana Avarista: Kate,
Michele Gammino: Presidente degli USA, Franco Zucca: Capo sicurezza della Casa Bianca,
Riccardo Rossi: Adrian Helmsley,
Mino Caprio: Charlie Frost.
Fotografia: Dean Semler
Montaggio:David Branner
Musiche: Harald Kloser
Scenografia: Barry Chusid
Trucco:Thomas Nellen
Prefazione:
Il 13 novembre 2009, è uscito in tutte le sale cinematografiche l'atteso film "2012" di Roland Emmerich, uno dei più catastrofici registi di Hollywood.
Annunciato già il 20 febbraio 2008 dallo stesso Emmerich, la produzione sembra essere costata ben 200.000.000 $, una delle più esose della storia del cinema americano.
I dirittti sono stati venduti alla Sony Pic. mentre ad occuparsi della distribuzione è stata la Columbia Pictures.
"2012" rappresenta l'apoteosi emotiva per la fatidica data del 21-12-2012 in cui secondo una antica profezia maya, sarebbe dovuto terminare l'umanità a causa di immani cataclismi.
La trama:
In questo film abbiamo diversi attori protagonisti. Uno di questi è il Professor Adrian Helmsley, scienziato degli Stati Uniti d'America, che viene avvisato dal collega indiano Satnam Tsurutanidi di una improvvisa tempesta solare di neutrini.
Dopo un sopralluogo nella miniera di Naga Deng Copper (india), lo scienziato avvisa tempestivamente Carl Anheuser, uno dei membri esecutivi dello staff della Casa Bianca, il quale avvisa il Presidente.
Il procuratore della casa Bianca Carl Anheuser
L'allarme viene lanciato ufficialmente ai capi di governo durante il G8 del 2010 in British Columbia, dove si decide la via da seguire per salvare una parte dell'umanità.
Viene organizzato un gigantesco piano di salvaguardia della specie umana, tenuto top secret per evitare una escalation di panico nel pianeta.
Si decide dunque di costruire sui monti dell'Hymalaya, sette "arche", giganteschi super sommergibili, capaci di contenere in totale ben 400 mila persone, scelte in base a criteri severissimi tra la popolazione mondiale.
A finanziare la costruzione dell'Arca numero 3, saranno però gli uomini più potenti del mondo, che per partecipare al progetto di salvezza, devono pagare l'astronomica cifra di un miliardo di euro a persona. In molti, aderiscono all'iniziativa, tra cui petrolieri, politici, imprenditori.
A questo punto, la narrazione si sposta nel 2012, ed entra in scena lo scrittore di fantascienza Jackson Curtis, che si reca a Los Angeles, dalla ex moglie Kate per portare i figli Lilly e Noah in campeggio al parco di Yellowstone.
Viene organizzato un gigantesco piano di salvaguardia della specie umana, tenuto top secret per evitare una escalation di panico nel pianeta.
Si decide dunque di costruire sui monti dell'Hymalaya, sette "arche", giganteschi super sommergibili, capaci di contenere in totale ben 400 mila persone, scelte in base a criteri severissimi tra la popolazione mondiale.
A finanziare la costruzione dell'Arca numero 3, saranno però gli uomini più potenti del mondo, che per partecipare al progetto di salvezza, devono pagare l'astronomica cifra di un miliardo di euro a persona. In molti, aderiscono all'iniziativa, tra cui petrolieri, politici, imprenditori.
A questo punto, la narrazione si sposta nel 2012, ed entra in scena lo scrittore di fantascienza Jackson Curtis, che si reca a Los Angeles, dalla ex moglie Kate per portare i figli Lilly e Noah in campeggio al parco di Yellowstone.
Lo scrittore Jackson Curtis
Qui per caso incontra Charlie Frost, un visionaro ricercatore indipendente, che vive isolato tra i boschi conducendo una trasmissione radio alternativa.
Il giornalista radiofonico Charlie Frost
Da questi, viene a conoscenza della terribile tragedia che sta per sconvolgere il pianeta, mentre sempre più intensi sciami sismici sconvolgono la California e tutti i punti più nevralgici del pianeta.
L'intensificarsi del bombardamento di neutrini solari, impone di anticipare i tempi per il piano di fuga sulle arche e Jackson, che come lavoro principale, fa l'autista di limousine, si trova a dover condurre all'areoporto il magnate russo Yuri Karpov, in procinto di partire per la Cina.
A questo punto lo scrittore, si rende conto che sta per arrivare davvero la fine del mondo.
Si inscena una tragicomica fuga della compagnia, con i familiari di Jackson e Gordon il nuovo marito della ex moglie, uniti al magnate russo e alla sua famiglia.
Ormai sembra che la fine è davvero vicina. Enormi faglie si aprono ovunque e il monte di Yellowstone esplode, diventando il più grande vulcano attivo del pianeta.
Palazzi crollano come birilli, crepe si aprono ovunque, milioni i morti in USA e in ogni parte del mondo. Distrutti il Vaticano, Parigi, la Statua del Redentore di Rio de Janeiro.
L'intensificarsi del bombardamento di neutrini solari, impone di anticipare i tempi per il piano di fuga sulle arche e Jackson, che come lavoro principale, fa l'autista di limousine, si trova a dover condurre all'areoporto il magnate russo Yuri Karpov, in procinto di partire per la Cina.
A questo punto lo scrittore, si rende conto che sta per arrivare davvero la fine del mondo.
Si inscena una tragicomica fuga della compagnia, con i familiari di Jackson e Gordon il nuovo marito della ex moglie, uniti al magnate russo e alla sua famiglia.
Ormai sembra che la fine è davvero vicina. Enormi faglie si aprono ovunque e il monte di Yellowstone esplode, diventando il più grande vulcano attivo del pianeta.
Palazzi crollano come birilli, crepe si aprono ovunque, milioni i morti in USA e in ogni parte del mondo. Distrutti il Vaticano, Parigi, la Statua del Redentore di Rio de Janeiro.
I grattacieli vengono sommersi dallo Tsunami
Dopo varie peripezie, a colpi di effetti speciali computerizzati, la compagnia riesce a giungere in Cina ed atterrare sulle cime innevate dell'Himalaya
Qui, verranno intercettati, tra la neve, dai militari cinesi, che porteranno con sè, soltanto il magnate russo e i figli, essendo in possesso della chiave di accesso all'arca.
Gli altri, senza perdersi di animo, decidono di proseguire in cerca di aiuto.
A salvarli, saranno un gruppo di cinesi che avevano lavorato come operai per la costruzione delle arche e che, hanno deciso di entrare di nascosto poco prima della partenza delle stesse.
L'arrivo inaspettato ad est di un gigantesco tsunami, impone all'organizzazione di imbarcare i passeggeri in anticipo sulle arche.
Molti restano esclusi dall'imbarco, tra cui il magnate russo e i suoi bambini. La folla va in collera e si vedono sul porto scene di delirio e rabbia.
Dopo un faccia a faccia, i politici, guidati dallo scienziato americano Adrian Helmsley decidono di aprire lo sportellone per far entrare una piccola parte della gente rimasta esclusa.
Nel tentavivo di intrusione degli operai cinesi e della famiglia dello scrittore, si incepperà lo sportellone dell'Arca numero 3, proprio mentre la gigantesca onda travolge tutto. Un sistema di chiusure a scomparti blocca l'entrata dell'acqua all'interno, ma qualche settore viene inondato e sarà necessario un intervento da parte dello scrittore Jackson Curtis per sbrogliare l'inceppatura e permettere la chiusura ermetica del sommergibile.
Dopo aver rischiato di frantumarsi contro l'Everest, quasi completamente sommerso, l'arca riesce ad accendere i motori e a prendere il largo.
Dopo 27 giorni, la lieta notizia: la tempesta va placandosi e il satellite manda le immagini della Terra, con il continente africano che è rimasto quasi completamente emerso.
Qui, verranno intercettati, tra la neve, dai militari cinesi, che porteranno con sè, soltanto il magnate russo e i figli, essendo in possesso della chiave di accesso all'arca.
Gli altri, senza perdersi di animo, decidono di proseguire in cerca di aiuto.
A salvarli, saranno un gruppo di cinesi che avevano lavorato come operai per la costruzione delle arche e che, hanno deciso di entrare di nascosto poco prima della partenza delle stesse.
L'arrivo inaspettato ad est di un gigantesco tsunami, impone all'organizzazione di imbarcare i passeggeri in anticipo sulle arche.
Molti restano esclusi dall'imbarco, tra cui il magnate russo e i suoi bambini. La folla va in collera e si vedono sul porto scene di delirio e rabbia.
Dopo un faccia a faccia, i politici, guidati dallo scienziato americano Adrian Helmsley decidono di aprire lo sportellone per far entrare una piccola parte della gente rimasta esclusa.
Nel tentavivo di intrusione degli operai cinesi e della famiglia dello scrittore, si incepperà lo sportellone dell'Arca numero 3, proprio mentre la gigantesca onda travolge tutto. Un sistema di chiusure a scomparti blocca l'entrata dell'acqua all'interno, ma qualche settore viene inondato e sarà necessario un intervento da parte dello scrittore Jackson Curtis per sbrogliare l'inceppatura e permettere la chiusura ermetica del sommergibile.
Dopo aver rischiato di frantumarsi contro l'Everest, quasi completamente sommerso, l'arca riesce ad accendere i motori e a prendere il largo.
Dopo 27 giorni, la lieta notizia: la tempesta va placandosi e il satellite manda le immagini della Terra, con il continente africano che è rimasto quasi completamente emerso.
Le tre arche, dunque, navigano nel panoceano, per raggiungere le coste africane e ripopolare quel che reta del pianeta Terra.
Il messaggio nascosto nel film
Il film rappresenta l'ennesimo capitolo hollywoodiano del filone fantascientifco-catastrofico, dopo altri recenti kolossal come Cloverfield (Cloverfield, J.J. Abrams, 2008), Io sono leggenda (I Am Legend, Francis Lawrence, 2007), Sunshine (Sunshine, Danny Boyle, 2007), The Core (The Core, Jon Amiel, 2003)The Day After Tomorrow (dello stesso Roland Emmerich).
Questo film, tuttavia, rispetto ai precedenti, si concentra sulla trasposizione della notizia, diffusasi sul web dalla profezia maya sulla fine dei tempi del 21 dicembre 2012, facendo felici tutti coloro che, aspettavano una sensibilizzazione dei grandi media sull'argomento.
Il regista, ha cercato durante tutto lo svolgimento delle riprese, di legare gli eventi ad un fondamento scientifico che potesse essere abbastanza credibile.
Tra le tante ipotesi che si ipotizzano sul 2012, egli ha pertanto scelto quella, forse, più logica e meno studiata: un bombardamento da parte del Sole di neutrini, che sciogliendo il nucleo terrestre, come un forno a microonde, causerebbero il dislocamento della crosta terrestre.
La stessa teoria del dislocamento di Charles Hapgood, viene citata esplicitamente nel film diverse volte, dagli scienziati che si trovano spessissimo ad aggiornare gli organi governativi sull'evolversi deglie eventi.
Grande spessore assume l'intelligence complottistico dei governi e della Nasa, che frettolosamente mettono in piedi un piano di salvezza e tenendo fino all'ultimo all'oscuro la popolazione.
Salvare 400 mila persone, sena che nessuno sappia niente fino a poche ore dalla tragedia. Il Presidente degli Stati Uniti, interpretato dall'attore di colore Danny Glover, scimmiotta in modo troppo bonario poco credibile, Barack Obama e sacrifica la sua vita fino alla fine, rifiutandosi di partire con l'Air Force One per la Cina.
La Cina, viene infatti coinvolta, per offrire alle nazioni, il supporto della grande mano d'opera a buon mercato e le sue altissime montagne dell'Hymalaya per il gigantesco porto dal qualche partiranno le arche della salvezza.
Non manca nemmeno il giornalista ricercatore indipendente, che conosce da tempo la verità, diffondendola via web e via radio, senza tuttavia essere tanto ascoltato.
Gli ingredienti ci sono tutti, facendo senza dubbio felici gli appassionati.
Il film, cela un messaggio universale, chiaro e forte. Non sarà possibile raggiungere la salvezza della razza umana, se prima non ci sarà l'unione dei popoli.
Significativa è infine la scelta di far restare emersa l'Africa, madre della vita e della rinascita, che lo sarà ancora una volta, dopo l'ennesima catastrofe planetaria.
Ovviamente, la mano dell'uomo non c'entra, nel disastro in cui si va incontro. Ma l'uomo, è giudice e fautore del suo stesso destino.
Sono gli euro dei fortunati miliardari a popolare l'Arca numero 3 e rigorose selezioni mediche a popolare le altre 2 che riusciranno a salpare. Quattro arche, resteranno ferme, distrutte dalla furia delle onde, mancando l'obbiettivo di portare in salvo qualche altro migliao di uomini.
L'uomo dipinto da Emmerich, appare dunque cinico e sprecone anche di fronte alla morte.
Il film rappresenta l'ennesimo capitolo hollywoodiano del filone fantascientifco-catastrofico, dopo altri recenti kolossal come Cloverfield (Cloverfield, J.J. Abrams, 2008), Io sono leggenda (I Am Legend, Francis Lawrence, 2007), Sunshine (Sunshine, Danny Boyle, 2007), The Core (The Core, Jon Amiel, 2003)The Day After Tomorrow (dello stesso Roland Emmerich).
Questo film, tuttavia, rispetto ai precedenti, si concentra sulla trasposizione della notizia, diffusasi sul web dalla profezia maya sulla fine dei tempi del 21 dicembre 2012, facendo felici tutti coloro che, aspettavano una sensibilizzazione dei grandi media sull'argomento.
Il regista, ha cercato durante tutto lo svolgimento delle riprese, di legare gli eventi ad un fondamento scientifico che potesse essere abbastanza credibile.
Tra le tante ipotesi che si ipotizzano sul 2012, egli ha pertanto scelto quella, forse, più logica e meno studiata: un bombardamento da parte del Sole di neutrini, che sciogliendo il nucleo terrestre, come un forno a microonde, causerebbero il dislocamento della crosta terrestre.
La stessa teoria del dislocamento di Charles Hapgood, viene citata esplicitamente nel film diverse volte, dagli scienziati che si trovano spessissimo ad aggiornare gli organi governativi sull'evolversi deglie eventi.
Grande spessore assume l'intelligence complottistico dei governi e della Nasa, che frettolosamente mettono in piedi un piano di salvezza e tenendo fino all'ultimo all'oscuro la popolazione.
Salvare 400 mila persone, sena che nessuno sappia niente fino a poche ore dalla tragedia. Il Presidente degli Stati Uniti, interpretato dall'attore di colore Danny Glover, scimmiotta in modo troppo bonario poco credibile, Barack Obama e sacrifica la sua vita fino alla fine, rifiutandosi di partire con l'Air Force One per la Cina.
La Cina, viene infatti coinvolta, per offrire alle nazioni, il supporto della grande mano d'opera a buon mercato e le sue altissime montagne dell'Hymalaya per il gigantesco porto dal qualche partiranno le arche della salvezza.
Non manca nemmeno il giornalista ricercatore indipendente, che conosce da tempo la verità, diffondendola via web e via radio, senza tuttavia essere tanto ascoltato.
Gli ingredienti ci sono tutti, facendo senza dubbio felici gli appassionati.
Il film, cela un messaggio universale, chiaro e forte. Non sarà possibile raggiungere la salvezza della razza umana, se prima non ci sarà l'unione dei popoli.
Significativa è infine la scelta di far restare emersa l'Africa, madre della vita e della rinascita, che lo sarà ancora una volta, dopo l'ennesima catastrofe planetaria.
Ovviamente, la mano dell'uomo non c'entra, nel disastro in cui si va incontro. Ma l'uomo, è giudice e fautore del suo stesso destino.
Sono gli euro dei fortunati miliardari a popolare l'Arca numero 3 e rigorose selezioni mediche a popolare le altre 2 che riusciranno a salpare. Quattro arche, resteranno ferme, distrutte dalla furia delle onde, mancando l'obbiettivo di portare in salvo qualche altro migliao di uomini.
L'uomo dipinto da Emmerich, appare dunque cinico e sprecone anche di fronte alla morte.
Il Presidente degli Stati Uniti interpretato da Danny Glover
Il film, dura complessivamente 160 minuti, riuscendo a tenere il pubblico incollato e ben attento durante lo snocciolarsi delle vicende nonostante tantissimi errori e banali errori di regia, dovuti probabilmente alla fretta.
Il senso comune che mi è parso di carpire, leggendo e ascoltando i commenti di quanti lo hanno visto, è comunque una velata patina di indifferenza per la vicenda e di scetticismo verso una overdose di effetti catastrofistici.
il clima di suspence viene spesso smorzato con trovate non certamente degne di un grande kolossal.
Un grottesco humour nero serpeggia soprattutto in alcune scene secondarie.
La figlia di Jackson, si diverte non poco commentando la nauseabonda puzza di bitume che entra nella limousine in corsa. Il radiofonista demente, sembra uscito da uno dei tanti episodi della serie di Scary Movie. La comitiva del magnate russo, con i due grassocci bambini e l'allegra famigliola dello scrittore Jackson, sembrano invece riesumati da "La fabbrica di Cioccolato" di Willy Wonka.
La scelta di inserire la fuga in limousine e sugli aerei, degli attori protagonisti, è senza dubbio la nota più stonata.L'impressione è di giocare ad un videogame, piuttosto che assistere ad un film. Eccessivamente irreale appare, la fortunosa fuga, mentre crollano grattacieli, si sfaldano strade, fuoriesce lava e precipitano nell'immane faglia uomini, auto e treni. I nostri eroi sembrano sempre cavarsela, protetti dal destino generoso.
Si vedono cosi tanti disastri, da diventare banali. Gli effetti tra l'altro, opere digitali della computer grafica, sono così irreali da far perdere quel poco di credibilità che il film si era faticosamente guadagnato fino a quel punto.
Esagerato davvero, anche per i palati fini della fantascienza.
La recitazione degli attori principali, non è sempre all'altezza delle situazione. Di fronte ad un immane disastro, come l'apocalisse, sentimenti come il delirio, la follia, la disperazione sembrano trasparire assai poco nei loro volti.
Davvero irritante è poi la trasposizione incompleta della realtà nel mondo narrativo. Se il presidente di colore degli Stati Uniti, vorrebbe essere una bruttissima copia di Barack Obama, non si riesce a comprendere come la regina d'Inghilterra sia stata invece fedelmente interpretata mentre cerca con i cagnolini di salire sull'arca.
Inspiegabile è poi la citazione, in due casi, del "Primo Ministro italiano" che sarebbe l'ìunico a non raggiungere le arche, preferendo restare a Roma a pregare.
Il riferimento ovviamente contiene una sottile frecciata alla Chiesa Cattolica e all'inutilità della preghiera, piuttosto che al Presidente del Consiglio Berlusconi. Non sarebbe altrimenti visto che si vede, in modo molto approssimativo e poco curato, crollare la cupola di San Pietro, uccidendo migliaia di fedeli, che invece di mettersi al riparo, pregavano assieme al Pontefice.
Alcuni errori sostanziali appaiono evidenti nella narrazione. Troppo veloce all'inizio, sembra rallentare solo nel corpus centrale, soffermandosi sull'aspetto psicologico dei protagonisti in modo alquanto scadente, per poi accelerare ancora nel finale.
Purtroppo, come in tutti i film di questo filone, si assiste alla panoramica rassegna delle capitali distrutte, con tanto di monumento principale crollato, tralasciando volutamente La Mecca, per timore del regista di offendere i musulmani e ricevere la "fatwa".
Il senso comune che mi è parso di carpire, leggendo e ascoltando i commenti di quanti lo hanno visto, è comunque una velata patina di indifferenza per la vicenda e di scetticismo verso una overdose di effetti catastrofistici.
il clima di suspence viene spesso smorzato con trovate non certamente degne di un grande kolossal.
Un grottesco humour nero serpeggia soprattutto in alcune scene secondarie.
La figlia di Jackson, si diverte non poco commentando la nauseabonda puzza di bitume che entra nella limousine in corsa. Il radiofonista demente, sembra uscito da uno dei tanti episodi della serie di Scary Movie. La comitiva del magnate russo, con i due grassocci bambini e l'allegra famigliola dello scrittore Jackson, sembrano invece riesumati da "La fabbrica di Cioccolato" di Willy Wonka.
La scelta di inserire la fuga in limousine e sugli aerei, degli attori protagonisti, è senza dubbio la nota più stonata.L'impressione è di giocare ad un videogame, piuttosto che assistere ad un film. Eccessivamente irreale appare, la fortunosa fuga, mentre crollano grattacieli, si sfaldano strade, fuoriesce lava e precipitano nell'immane faglia uomini, auto e treni. I nostri eroi sembrano sempre cavarsela, protetti dal destino generoso.
Si vedono cosi tanti disastri, da diventare banali. Gli effetti tra l'altro, opere digitali della computer grafica, sono così irreali da far perdere quel poco di credibilità che il film si era faticosamente guadagnato fino a quel punto.
Esagerato davvero, anche per i palati fini della fantascienza.
La recitazione degli attori principali, non è sempre all'altezza delle situazione. Di fronte ad un immane disastro, come l'apocalisse, sentimenti come il delirio, la follia, la disperazione sembrano trasparire assai poco nei loro volti.
Davvero irritante è poi la trasposizione incompleta della realtà nel mondo narrativo. Se il presidente di colore degli Stati Uniti, vorrebbe essere una bruttissima copia di Barack Obama, non si riesce a comprendere come la regina d'Inghilterra sia stata invece fedelmente interpretata mentre cerca con i cagnolini di salire sull'arca.
Inspiegabile è poi la citazione, in due casi, del "Primo Ministro italiano" che sarebbe l'ìunico a non raggiungere le arche, preferendo restare a Roma a pregare.
Il riferimento ovviamente contiene una sottile frecciata alla Chiesa Cattolica e all'inutilità della preghiera, piuttosto che al Presidente del Consiglio Berlusconi. Non sarebbe altrimenti visto che si vede, in modo molto approssimativo e poco curato, crollare la cupola di San Pietro, uccidendo migliaia di fedeli, che invece di mettersi al riparo, pregavano assieme al Pontefice.
Alcuni errori sostanziali appaiono evidenti nella narrazione. Troppo veloce all'inizio, sembra rallentare solo nel corpus centrale, soffermandosi sull'aspetto psicologico dei protagonisti in modo alquanto scadente, per poi accelerare ancora nel finale.
Purtroppo, come in tutti i film di questo filone, si assiste alla panoramica rassegna delle capitali distrutte, con tanto di monumento principale crollato, tralasciando volutamente La Mecca, per timore del regista di offendere i musulmani e ricevere la "fatwa".
In conclusione, coloro che adorano il genere catastrofico, sicuramente non rimarranno delusi. Ma spoglio di sentimento espressivo e di una trama coerente e credibile, questo film purtroppo non può essere considerato all'altezza di altri capolavori del genere.
Il messaggio, tuttavia è stato spedito con posta raccomandata al mondo intero, chissà che giunga laddovè le parole non bastano.
Consiglio quindi la visione solo agli appassionati, temendo che alla "massa" informale di pubblico possa "annoiare".
Il messaggio, tuttavia è stato spedito con posta raccomandata al mondo intero, chissà che giunga laddovè le parole non bastano.
Consiglio quindi la visione solo agli appassionati, temendo che alla "massa" informale di pubblico possa "annoiare".
Il regista tedesco Roland Emmerich è ormai celebre per il bel "The Day After Tomorrow” (2004), ma ha girato altri capolavori del genere come “Independence Day” (1996), “Stargate” (1994), “Godzilla” (1998).
Da sue dichiarazioni si legge che "2012", sarà il suo ultimo film catastrofico, come mai?
«In realtà non volevo nemmeno farlo, perché mi dà fastidio essere chiamato il maestro dei film catastrofici, un titolo che non piace nemmeno a mia mamma. Ma io e Harald Kloser, il mio co-sceneggiatore e compositore della colonna sonora, continuavamo a pensare al diluvio universale, un tema che mi interessa fin dalla mia tesi universitaria sull’Arca di Noè. Facendo delle ricerche ci siamo resi conto che molta gente crede che il mondo finirà nel 2012, e quindi ci siamo detti “Perché no?”. E visto che è il mio ultimo film di questo tipo abbiamo deciso di fare le cose in grande».
Lei crede alle cospirazioni come quella immaginata nel film?
«Mi attraggono, è nella mia natura, anche se sono sempre nel dilemma se crederci o no. Ma in un film un complotto internazionale mantiene le cose interessanti, perché le storie di gente che vuole salvarsi sono noiose. All’inizio avevamo immaginato un personaggio alla Bill Gates che sapeva quello che stava per succedere, ma mi sembrava un’idea troppo alla James Bond. Poi ho pensato ai politici, ai leader del G8, perché mi sono sempre chiesto di cosa parlano a parte chiuse e quell’idea ci ha dato la marcia in più».
Non si spaventa mai per la magnitudine dei suoi progetti?
«No, mai, ma ho paura di tutto il resto. Per me è importante che la storia e i personaggi siano forti, e in questo film penso che ci siamo riusciti meglio che in altri. E poi mi piace creare sorprese e sono felice di avere John Cusack nel ruolo principale perché non lo si vede mai in film del genere e perché avevo bisogno di qualcuno di intelligente, e quando ti guardi in giro non ci sono molti altri attori della sua età che emanano la stessa intelligenza».
b>Il film non risparmia certo le grandi religioni, eccetto una…
«Io credo davvero che le religioni abbiano danneggiato l’umanità e continuino a farlo. E se si riferisce all’islam, Harald mi ha detto che non ne avrebbe scritto perché non voleva una fatwa sulla testa a causa di un film. E aveva ragione, il che dimostra un certo lato dell’islam».
E cioè?
«Se prendi di mira Gesù e il cristianesimo va bene, ma se fai qualcosa sull’islam e su Maometto che è considerato poco rispettoso sei nei guai».
I suoi film sotto sotto hanno sempre avuto un forte messaggio ecologico. È una cosa che le sta a cuore?
«Come regista innanzitutto voglio intrattenere il pubblico, ma è bello se si può anche far passare un messaggio. Ad esempio quando è uscito The Day After Tomorrow non si parlava ancora molto di riscaldamento globale, il film era all’avanguardia sui tempi e ha sensibilizzato molta gente sul tema. I cineasti sono come gli artisti, sentono lo spirito del tempo, lo Zeitgeist, e penso che oggi la gente non creda molto nel futuro e si immagini scenari da fine del mondo o postapocalittici».
Ma in fondo non è sempre stato così?
«Confesso che anch’io dieci anni fa ero ottimista e ora sono più pessimista, temo davvero che noi umani stiamo distruggendo noi stessi e il nostro pianeta, e non so come possiamo frenare questo trend. Per fortuna Harald è l’opposto di me, è un ottimista, specie dopo la vittoria di Obama».
Su cosa si concentrerà dopo la fase catastrofica?
«Sto preparando Anonymous, che parla delle controversie sull’origine di molte delle opere attribuite a Shakespeare. È da otto anni che lo voglio fare, inizierò la preproduzione non appena finita la promozione di 2012 e spero di girarlo in marzo a Berlino».
Cosa è cambiato rispetto ai tempi di “Independence Day” e “L'alba del giorno dopo”
Independence Day era basato su una semplice premessa: noi contro di loro. L'alba del giorno dopo era un avvertimento: guardate le cose terribili che l'uomo è capace di fare.
Il tema di 2012 è invece: “accadrà di certo!”. Dunque cosa possiamo fare per salvarci? Cosa vale la pena di salvare? Tutti dicono... “oh, Emmerich gira l'ennesimo disaster movie..." ma non è così, anzi è il più complesso di tutti i film che ho girato.
Ci parli di come è riuscito a spingere ulteriormente i limiti dello spettacolo...
Io non volevo fare questo film. Questa è la verità. Ma mi sono convinto, quando la tecnologia è arrivata ad un certo livello... sequenze che per “Independence Day” non avrei mai potuto realizzare. Ho sempre sognato di mettere in scena alcune immagini a cui ho sempre pensato. Per esempio che l'intero mondo si trovasse sott'acqua... cosa succederebbe davanti ad un enorme diluvio universale? La prima immagine era l'acqua che sopraffava l'Himalaya. Tutto parte da lì, da queste fantastiche immagini surreali.
Parliamo di paranoia della cospirazione. Al centro del suo film ci sono politici che preferiscono tenere segreta l'imminente apocalisse e altri che provano ad avvertire l'umanità prima che sia troppo tardi...
Io non mi fido assolutamente dei politici, anzi sono sempre preoccupato di quello che succede nei G8. Perché non li rendono pubblici? Perché devono essere segreti? È una cosa sospettosa! In una democrazia tutto dovrebbe essere pubblico. Non mi fido e sono certo che se una cosa del genere accadesse, il governo non lo direbbe al popolo, per paura del caos e del crollo dell'economia. Nel film trattiamo questo tema e mi piace definirlo un “West Wing on Steroids”!!!
E a proposito del “Domestic Drama”. In “Stargate” Kurt Russell era in depressione per la morte del figlio. Ne “L'alba del giorno dopo”, Dennis Quaid rischia la vita pur di salvare il figlio. E qui John Cusack è un padre assente che cerca di redimersi. Come mai questo tema ricorrente nei suoi film?
Bisogna sempre catturare l'attenzione di un pubblico di massa e dall'altra parte devi sempre dare ai tuoi personaggi alcuni piccoli ostacoli da superare. Fa parte del genere. In un disastro devi sempre fare delle scelte e prendere decisioni. Tutto quello che credevi di avere bisogno non è più importante, l'importante sono la famiglia e le relazioni umani. E c'è anche un risvolto autobiografico: io ero molto vicino a mio padre.
Il suo film è spettacolare, eppure agli occhi dei veri scienziati, le sue teorie potrebbero non essere affatto credibili...
É una cosa molto interessante come la scienza viene rappresentata nei film. Io penso che in un certo senso la scienza non conta affatto! Nemmeno quella può fornire spiegazioni. Alcune cose succedono e basta. Per quanto mi riguarda la regola è la stessa di un film storico: bisogna ripercorrere la storia, ma non rimanere fedeli ai singoli fatti. L'importante è essere credibili. Ricordate come spiegavano la clonazione dei dinosauri con quel video? Ci credevate davvero... ma la scienza dice che è impossibile! Alla fine l''importante è che l'audience ci creda. Quella di Steven era un'idea bellissima!
John Cusack viene chiamato in causa per interpretare uno degli attori protagonisti protagonisti di questo film, lo scrittore autista di limousine, Jackson Curtis, ecco quindi l'intervista:
Quanto bisogna essere in forma per affrontare il set di Roland Emmerich?
Diciamo che di solito mi tengo in forma comunque. Quindi non è stato proprio uno sforzo per me. Si è trattato, però, di un lungo periodo di riprese: il problema non era cosa fare, ma quante volte ho dovuto farlo. Provate voi a saltare, tuffarvi e correre per 20 volte di fila. Ci sono stati dei giorni in cui ho detto a Roland: "Hey, se lo faccio 20 volte, non potrò camminare domani!"
Mi sono fatto male qualche volta, ma niente di troppo grave. Però potrei dirvi di infiniti modi di rimanere affogato, schiacciato o bruciato sui set di Roland Emmerich!
Come definirebbe 2012?
"È un film d'azione perché le dimensioni sono enormi. Ma mentre il film va avanti, l'audience rimarrà sorpresa di quanto possa essere intimo, nonostante l'apocalisse sullo sfondo. Uno dei temi di questo genere è cercare di capire come rimedierai agli errori che hai fatto e come vivrai il tempo che ti rimane. Questo è il vero scopo, non si tratta di un semplice giocattolone... mi piace definirlo Apocalypse Melodrama.
Crede nella profezia apocalittica dei Maya?
Mi piace pensare che i Maya intendessero soprattutto un cambiamento di coscienza, la fine di un modo di pensare e l'inizio di una nuova era. Penso che sia quello il loro vero messaggio, piuttosto che la fine della Terra, che sarà comunque un processo lento e doloroso, più di quanto pensiamo. E sarà certamente provocata dall'uomo. Non so se il film abbia un intento apertamente spirituale e politico. Comunque era nell'intenzione dei realizzatori includere dei temi populisti, anti-elite, incentrati su una maggiore uguaglianza.
E se fosse davvero davanti all'apocalisse... cosa salverebbe oltre i suoi cari?
Vi dico la verità... salverei la musica. Ci sono alcuni dischi che porterei con me... i Clash in primis!
In una delle scene del film, si riferisce al governatore della California definendolo un attore che legge un copione per comunicare col popolo... uno dei temi più cari di Emmerich e la paranoia da cospirazione...e gli inganni dei media.
Vi dico la mia: negli USA non ci rimane molto dei media. A livello politico non esistono quasi per niente, più che altro abbiamo organi di stampa che rappresentano i vari interessi, le varie corporations. Negli ultimi anni abbiamo avuto dei veri giornalisti, ma altri mentono spudoratamente. Non mi fido affatto dei media tradizionali.
I fans non smettono mai di apprezzare i suoi ruoli romantici. Sullo schermo prima faceva le serenate alle ragazze, poi faceva le compliation per le sue donne e adesso è diventato padre.... Con quali di questi eroi romantici si identifica di più?
Mi è piaciuto molto interpretare tutti questi personaggi, ma non mi piace identificarmi troppo con loro. Tendo sempre a ricordare con piacere i film che hanno avuto una grande reazione nel pubblico e dimenticarmi gli altri film, facendo finta di non averli mai fatti. È come ricordarsi di un sogno che hai fatto mentre avevi la febbre alta: mi ricordo ancora i sentimenti che provavo su quei set!
Avrà un sequel: si tratta di una serie tv, 2013, che racconterà la drammatica sopravvivenza di un gruppo di uomini su una grande isola formatasi in seguito al disastro.
Finanziata dal produttore esecutivo Mark Gordon.
A questo punto però, c'è da aspettarsi che diventi un vero e proprio film per il grande schermo.
E' arrivata l'ora di realizzare il tuo sogno...
«In realtà non volevo nemmeno farlo, perché mi dà fastidio essere chiamato il maestro dei film catastrofici, un titolo che non piace nemmeno a mia mamma. Ma io e Harald Kloser, il mio co-sceneggiatore e compositore della colonna sonora, continuavamo a pensare al diluvio universale, un tema che mi interessa fin dalla mia tesi universitaria sull’Arca di Noè. Facendo delle ricerche ci siamo resi conto che molta gente crede che il mondo finirà nel 2012, e quindi ci siamo detti “Perché no?”. E visto che è il mio ultimo film di questo tipo abbiamo deciso di fare le cose in grande».
Lei crede alle cospirazioni come quella immaginata nel film?
«Mi attraggono, è nella mia natura, anche se sono sempre nel dilemma se crederci o no. Ma in un film un complotto internazionale mantiene le cose interessanti, perché le storie di gente che vuole salvarsi sono noiose. All’inizio avevamo immaginato un personaggio alla Bill Gates che sapeva quello che stava per succedere, ma mi sembrava un’idea troppo alla James Bond. Poi ho pensato ai politici, ai leader del G8, perché mi sono sempre chiesto di cosa parlano a parte chiuse e quell’idea ci ha dato la marcia in più».
Non si spaventa mai per la magnitudine dei suoi progetti?
«No, mai, ma ho paura di tutto il resto. Per me è importante che la storia e i personaggi siano forti, e in questo film penso che ci siamo riusciti meglio che in altri. E poi mi piace creare sorprese e sono felice di avere John Cusack nel ruolo principale perché non lo si vede mai in film del genere e perché avevo bisogno di qualcuno di intelligente, e quando ti guardi in giro non ci sono molti altri attori della sua età che emanano la stessa intelligenza».
b>Il film non risparmia certo le grandi religioni, eccetto una…
«Io credo davvero che le religioni abbiano danneggiato l’umanità e continuino a farlo. E se si riferisce all’islam, Harald mi ha detto che non ne avrebbe scritto perché non voleva una fatwa sulla testa a causa di un film. E aveva ragione, il che dimostra un certo lato dell’islam».
E cioè?
«Se prendi di mira Gesù e il cristianesimo va bene, ma se fai qualcosa sull’islam e su Maometto che è considerato poco rispettoso sei nei guai».
I suoi film sotto sotto hanno sempre avuto un forte messaggio ecologico. È una cosa che le sta a cuore?
«Come regista innanzitutto voglio intrattenere il pubblico, ma è bello se si può anche far passare un messaggio. Ad esempio quando è uscito The Day After Tomorrow non si parlava ancora molto di riscaldamento globale, il film era all’avanguardia sui tempi e ha sensibilizzato molta gente sul tema. I cineasti sono come gli artisti, sentono lo spirito del tempo, lo Zeitgeist, e penso che oggi la gente non creda molto nel futuro e si immagini scenari da fine del mondo o postapocalittici».
Ma in fondo non è sempre stato così?
«Confesso che anch’io dieci anni fa ero ottimista e ora sono più pessimista, temo davvero che noi umani stiamo distruggendo noi stessi e il nostro pianeta, e non so come possiamo frenare questo trend. Per fortuna Harald è l’opposto di me, è un ottimista, specie dopo la vittoria di Obama».
Su cosa si concentrerà dopo la fase catastrofica?
«Sto preparando Anonymous, che parla delle controversie sull’origine di molte delle opere attribuite a Shakespeare. È da otto anni che lo voglio fare, inizierò la preproduzione non appena finita la promozione di 2012 e spero di girarlo in marzo a Berlino».
Cosa è cambiato rispetto ai tempi di “Independence Day” e “L'alba del giorno dopo”
Independence Day era basato su una semplice premessa: noi contro di loro. L'alba del giorno dopo era un avvertimento: guardate le cose terribili che l'uomo è capace di fare.
Il tema di 2012 è invece: “accadrà di certo!”. Dunque cosa possiamo fare per salvarci? Cosa vale la pena di salvare? Tutti dicono... “oh, Emmerich gira l'ennesimo disaster movie..." ma non è così, anzi è il più complesso di tutti i film che ho girato.
Ci parli di come è riuscito a spingere ulteriormente i limiti dello spettacolo...
Io non volevo fare questo film. Questa è la verità. Ma mi sono convinto, quando la tecnologia è arrivata ad un certo livello... sequenze che per “Independence Day” non avrei mai potuto realizzare. Ho sempre sognato di mettere in scena alcune immagini a cui ho sempre pensato. Per esempio che l'intero mondo si trovasse sott'acqua... cosa succederebbe davanti ad un enorme diluvio universale? La prima immagine era l'acqua che sopraffava l'Himalaya. Tutto parte da lì, da queste fantastiche immagini surreali.
Parliamo di paranoia della cospirazione. Al centro del suo film ci sono politici che preferiscono tenere segreta l'imminente apocalisse e altri che provano ad avvertire l'umanità prima che sia troppo tardi...
Io non mi fido assolutamente dei politici, anzi sono sempre preoccupato di quello che succede nei G8. Perché non li rendono pubblici? Perché devono essere segreti? È una cosa sospettosa! In una democrazia tutto dovrebbe essere pubblico. Non mi fido e sono certo che se una cosa del genere accadesse, il governo non lo direbbe al popolo, per paura del caos e del crollo dell'economia. Nel film trattiamo questo tema e mi piace definirlo un “West Wing on Steroids”!!!
E a proposito del “Domestic Drama”. In “Stargate” Kurt Russell era in depressione per la morte del figlio. Ne “L'alba del giorno dopo”, Dennis Quaid rischia la vita pur di salvare il figlio. E qui John Cusack è un padre assente che cerca di redimersi. Come mai questo tema ricorrente nei suoi film?
Bisogna sempre catturare l'attenzione di un pubblico di massa e dall'altra parte devi sempre dare ai tuoi personaggi alcuni piccoli ostacoli da superare. Fa parte del genere. In un disastro devi sempre fare delle scelte e prendere decisioni. Tutto quello che credevi di avere bisogno non è più importante, l'importante sono la famiglia e le relazioni umani. E c'è anche un risvolto autobiografico: io ero molto vicino a mio padre.
Il suo film è spettacolare, eppure agli occhi dei veri scienziati, le sue teorie potrebbero non essere affatto credibili...
É una cosa molto interessante come la scienza viene rappresentata nei film. Io penso che in un certo senso la scienza non conta affatto! Nemmeno quella può fornire spiegazioni. Alcune cose succedono e basta. Per quanto mi riguarda la regola è la stessa di un film storico: bisogna ripercorrere la storia, ma non rimanere fedeli ai singoli fatti. L'importante è essere credibili. Ricordate come spiegavano la clonazione dei dinosauri con quel video? Ci credevate davvero... ma la scienza dice che è impossibile! Alla fine l''importante è che l'audience ci creda. Quella di Steven era un'idea bellissima!
John Cusack viene chiamato in causa per interpretare uno degli attori protagonisti protagonisti di questo film, lo scrittore autista di limousine, Jackson Curtis, ecco quindi l'intervista:
Quanto bisogna essere in forma per affrontare il set di Roland Emmerich?
Diciamo che di solito mi tengo in forma comunque. Quindi non è stato proprio uno sforzo per me. Si è trattato, però, di un lungo periodo di riprese: il problema non era cosa fare, ma quante volte ho dovuto farlo. Provate voi a saltare, tuffarvi e correre per 20 volte di fila. Ci sono stati dei giorni in cui ho detto a Roland: "Hey, se lo faccio 20 volte, non potrò camminare domani!"
Mi sono fatto male qualche volta, ma niente di troppo grave. Però potrei dirvi di infiniti modi di rimanere affogato, schiacciato o bruciato sui set di Roland Emmerich!
Come definirebbe 2012?
"È un film d'azione perché le dimensioni sono enormi. Ma mentre il film va avanti, l'audience rimarrà sorpresa di quanto possa essere intimo, nonostante l'apocalisse sullo sfondo. Uno dei temi di questo genere è cercare di capire come rimedierai agli errori che hai fatto e come vivrai il tempo che ti rimane. Questo è il vero scopo, non si tratta di un semplice giocattolone... mi piace definirlo Apocalypse Melodrama.
Crede nella profezia apocalittica dei Maya?
Mi piace pensare che i Maya intendessero soprattutto un cambiamento di coscienza, la fine di un modo di pensare e l'inizio di una nuova era. Penso che sia quello il loro vero messaggio, piuttosto che la fine della Terra, che sarà comunque un processo lento e doloroso, più di quanto pensiamo. E sarà certamente provocata dall'uomo. Non so se il film abbia un intento apertamente spirituale e politico. Comunque era nell'intenzione dei realizzatori includere dei temi populisti, anti-elite, incentrati su una maggiore uguaglianza.
E se fosse davvero davanti all'apocalisse... cosa salverebbe oltre i suoi cari?
Vi dico la verità... salverei la musica. Ci sono alcuni dischi che porterei con me... i Clash in primis!
In una delle scene del film, si riferisce al governatore della California definendolo un attore che legge un copione per comunicare col popolo... uno dei temi più cari di Emmerich e la paranoia da cospirazione...e gli inganni dei media.
Vi dico la mia: negli USA non ci rimane molto dei media. A livello politico non esistono quasi per niente, più che altro abbiamo organi di stampa che rappresentano i vari interessi, le varie corporations. Negli ultimi anni abbiamo avuto dei veri giornalisti, ma altri mentono spudoratamente. Non mi fido affatto dei media tradizionali.
I fans non smettono mai di apprezzare i suoi ruoli romantici. Sullo schermo prima faceva le serenate alle ragazze, poi faceva le compliation per le sue donne e adesso è diventato padre.... Con quali di questi eroi romantici si identifica di più?
Mi è piaciuto molto interpretare tutti questi personaggi, ma non mi piace identificarmi troppo con loro. Tendo sempre a ricordare con piacere i film che hanno avuto una grande reazione nel pubblico e dimenticarmi gli altri film, facendo finta di non averli mai fatti. È come ricordarsi di un sogno che hai fatto mentre avevi la febbre alta: mi ricordo ancora i sentimenti che provavo su quei set!
Avrà un sequel: si tratta di una serie tv, 2013, che racconterà la drammatica sopravvivenza di un gruppo di uomini su una grande isola formatasi in seguito al disastro.
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dev'essere un bel film, ma non l'ho ancora visto... però ho visto che sei il mio 8° lettore al mio blog wicca.. grazie 1000! ciao, angy.
RispondiEliminadi niente, seguo il tuo blog!!! molto bello!
RispondiEliminaho visto questo film, sinceramente non mi è piaciuto molto. troppo catastrofico, surreale e crea nell'animo dello spettatore un'ansia terribile
RispondiEliminacazzo!!!!!!!!!!!! ops scusate per la parola.....
RispondiEliminama questo film e una bomba e il piu bel film che abbia mai visto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!e poi il bellissimo noah ovvero liam james e belissississisiismmmissimo
e un film davvero bello complimenti!!!!!!!!<3 <3 <3 <3 liam
Mi prude l'uccello!
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