lunedì 30 agosto 2010

Supernova (2000)




Regia: Walter Hill
Cast: Kaela Evers: Angela Bassett, Nick Vanzant: James Spader
Anno: 2000
Nazione: Stati Uniti d'America
Produzione: UIP
Durata: 90'
Data uscita in Italia: 11 agosto 2000

Trama e critica:
L'astronave spaziale di soccorso Nightingale 229 guidata dal capitano AJ Markley è chiamata da un misterioso segnale di richiesta di aiuto distante oltre tremila anni luce dal loro punto di navigazione.
Dopo un volo nell'iperspazio, per raggiungere la luna vagante da cui preveniva il segnale, ospitano a bordo un misterioso ragazzo, Troy Larson, che possiede un altrettanto misterioso artefatto alieno.
La vicenda si basa su una serie di dialoghi a bordo della nave spaziale, in cui il giovane inizia ad interferire con l'equipaggio creando dissidi e problemi disciplinari.

L'artefatto diviene il fulcro della storia, giudicato pericoloso sopo le analisi del computer di bordo. La narrazione appare fin dalle prime battute un pò contorta e si fa fatica a comprenderne a pieno i passaggi. Durante lo svolgimento degli eventi, poco densi di suspence e recitati in modo appena sufficente, si finisce per perdere l'attenzione sulla vicenda. Nemmeno gli scenari fantascientifici sembrano calamitare più di tanto la nostra curiosità, essendo dominati prevalentemente dai primi piani dell'astronave e dallo sfondo della misteriosa luna.



Come verrà svelato dal computer di bordo, l'artefatto alieno è un congegno a nove dimensioni, capace di replicare e creare oggetti in tre dimensioni. Traspare a questo punto un lieve riferimento al Dio creatore alludendo alla possibilità che quell'oggetto fosse un vero e proprio strumento di creazione.
La fine molto banale e scontata vede la nascita di una supernova e nuova vita nel cosmo, in termini e modi non ben specificati e di difficile assimilizaione.



La verità dei fatti è che questo film, che ha scopiazzato altri capolavori del genere, come "2010 L'anno del contatto" o "Solaris" non è nient'altro che un modesto film che evita la catastrofe e riesce modestamente a tenere lo spettatore incuriosito solo grazie a qualche scena di mezzo nudo quà e là e a qualche azzeccata scenografia digitalizzata del paesaggio spaziale.
Ad essere riciclato persino il "teletrasporto" di Star Trek, che in questo caso è una cabita protettiva utilizzata come protezione durante il salto nell'ipervelocità, secondo una logica che non si fonda su nessuna base coerente e credibile.

Spesso i grandi film di fantascienza portano con sè un messaggio, che può essere un sogno, un incubo, un desiderio o un avvertimento da parte del regista che lo traspone a noi. Questo film non ha con sè nessun messaggio da comunicare se non snocciolare una storia senza senso, scopiazzata in malo modo.

Se proprio vorrete vederlo, non dimenticate che vi avevo avvisato!

Voto: 5/10

Trailer:




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venerdì 27 agosto 2010

2010: L'anno del Contatto (1984)


Trama
"2010, L'anno del contatto" è un film di fantascienza del 1984 diretto da Peter Hyams e interpretato da Roy Scheider. Tratto dal romanzo 2010: Odissea Due dI Arthur C. Clarke, è il sequel di 2001: Odissea nello spazio, il celeberrimo film diretto da Stanley Kubrick nel 1968.

La vicenda avviene nove anni dopo la missione Discovery su Giove narrata nel primo episodio. La tensione USA-URSS è alle stelle è lo spettro del conflitto nucleare aleggia con pesante angoscia in tutta la narrazione.
Il dottor Floyd riceve una proposta dal segretario sovietico per formare un nuovo equipaggio per tornare su Giove con un finanziamento sovietico, al fine di studiare il monolite scoperto durante la precedente missione e scoprire cosa fosse successo all'astronauta David Bowman, presumibilmente morto.



Nonostante i problemi diplomatici tra USA e URSS, il progetto prende vita e dopo la necessaria preparazione, l'equipaggio, prevalentemente sovietico può partire. Il dottor Floyd, è spalleggiato da altri due astronauti americani, l'ingegnere Cornow, progettista del Discovery e Chandra, il progettista di HAL 9000 e della "sorella" SAL 9000.

Il dottor Floyd, in stato di sonno imposto, è risvegliato poco prima dell'arrivo dal personale russo perché sono stati individuati alcuni segnali anomali provenienti dal satellite Europa.
L'equipaggio decide di inviare un modulo teleguidato per indagare. Si scopre che sulla luna ci sono tracce di clorofilla, ma esso viene misteriosamente respinto, a causa di un impulso ignoto che passando vicino all'astronave provoca un tilt generale.




Intanto la nave spaziale arriva nell'orbita di Giove e riesce ad avvicinarsi al Discovery, che risulta senza energia elettrica e coperto da uno strato di Zolfo.
Floyd e Cornow, dopo una breve passeggiata spaziale entrano e riattivano il generatore, mentre Chandra riattiva HAL. Floyd non ha comunque intenzione di ripetere l'errore della missione precedente e con l'aiuto di Cornow installa un sistema che permette la rapida disattivazione di HAL.
Chandra scopre il video che ha visto Bowman quando ha disattivato il computer, che giustifica la sua anomalia, ovvero gli era stato chiesto di mentire a riguardo dei veri scopi della precedente missione.

La nave intanto si avvicina al Monolite e si decide di mandare un cosmonauta con un modulo di esplorazione, ma entrambi vanno perduti misteriosamente.
All'improvviso da Terra arrivano cattive notizie. I rapporti diplomatici tra USA e URSS sono disastrosi e si è sull'orlo di un olocausto nucleare. Agli astronauti russi viene chiesto di espellere i colleghi americani sulla Voyager. Avvengono fatti strani anche sulla Terra, lo spirito di Bowman fa visita a sua madre, in casa di riposo, annunciandole che presto avverrà qualcosa di bello.
Floyd riceve una apparizione dello stesso spirito che ordina alla spedizione di lasciare Giove entro due giorni.




Floyd decide di obbedire ma per soccombere alla mancanza di combustibile ha in mente di usare il Discovery come razzo da propulsione e di usare il Leonov per tornare a casa. Chandra riesce a programmare in tempo HAL, ma Giove tuttavia presenta un'anomala macchia nera che inietta nello spazio milioni di Monoliti. Il lancio inizia nonostante la pressione psicologica di HAL9000 che cerca di boicottare la partenza.
Poco dopo l'avvenuta spinta, accade qualcosa di incredibile. Giove esplode trasformandosi in una stella e i suoi satelliti formano un vero e proprio sistema. Europa scioglie i suoi ghiacci e si prepara ad ospitare la vita.
La notizia eccezionale e la riuscita della missione disgelano anche i rapporti tra USA e URSS dando vita ad un nuovo mondo con due Soli.

CRITICA
Il film è stato nominato, all'epoca dell'uscita, al ricevimento di ben 5 Oscar, segno innegabile che alla critica è piaciuto molto. Le spettacolari immagini di Giove e delle sue lune furono adattate dalle immagini della sonda Voyager della NASA, garanzia di estrema veridicità dell'intero background narrativo. Gli scenari, ambientati prevalentemente sulle navi spaziali americane e russe, sono anch'esse di incommensurabile bellezza e fanno da sfondo ad una trama abbastanza credibile che nella sua semplicità riesce tuttavia a sostenere in modo degno i dialoghi.
Durante lo svolgimento della pellicola, si cerca faticosamente di non sconfinare nell'eccessiva fantasia, anche se molti scenari ipotizzati sono assai inverosimili e inattuabili.

2010 è pertanto un "cult" per gli amanti della fantascienza che riesce di molto ad avvicinarsi al primo capitolo della saga, il celebre "Odissea nello Spazio" del maestro scomparso Stanley Kubrick.
Il film, semplifica in modo eccelso, a mio avviso, il romanza cui è ispirato, favorendo la fruizione da parte dello spettatore.

Nonostante fosse stato difficile ripetere quel clima di suspence del primo capitolo, 2010, se la cava in modo egreggio, soprattutto dopo il ripristino del computer HAL9000, per mano dello scienziato Chandra. La ferrea logica del terminale, che paventa un senso di protezione e autodifesa, crea uel clima di terrore nell'equipaggio, che teme di essere esposto alla tragica fine che segnò la scomparsa del vecchio equipaggio della nave Voyager. Le rarefatte atmosfere, sono inspessite dall'assenza di colonna sonora. Il silenzio angosciante dello spazio profondo è reso alla perfezione e in molto tratti sembra di essere con l'equipaggio, sospesi in balia della gravitá gioviana.

Nonostante qualche escursione quà e là nel paranormale e nel fantastico, il vero enigma fantascientifico è incentrato sulla misteriosa natura del "Monolito", frutto probabilmente di una civiltà extraterrestre che pare non mostrarsi mai apertamente, pur facendo sentire la sua presenza con le anomalie che vietano agli astronauti di esplorare Europa.

Il finale è dei più originali, realizzato tra l'altro molto finemente, con degli effetti speciali e degni di nota. Giove, si accende, è diventa la seconda stella del Sistema Solare, regalando la vita ad Europa e la pace simbolica sulla Terra.

E' proprio la pace un altro tema significativo di tutto il film. In quegli anni la forte e interminabile tensione USA-URSS penetra nelle trame di molti lungometraggi di matrice hollywoodiana, alimentando in particolare il genere action e fantascientifico-catastrofico.
Lo spettro di una terribile guerra nucleare incombe sull'umanitá e ls si intravede anche in 2010. Per fortuna, il messaggio del regista è quello di accendere metaforicamente una nuova stella, Giove, affinché il buio sia rischiarato e la luce della ragione possa far ragionare i due Paesi per evitare la catastrofe.

Un grande film che rimarrà nella storia del cinema di fantascienza.

VOTO 8/10

A cura di Arthur McPaul

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